La soluzione più avanzata per il trattamento della cataratta è l’intervento con il laser a Femtosecondi che garantisce la minima invasività e la massima precisione chirurgica.

L’intervento viene eseguito ambulatorialmente, e il cristallino opacizzato viene sostituito con un cristallino artificiale.
Le lenti intraoculari di ultima generazione sono costruite cercando di imitare il cristallino naturale e riuscendo a modificare la messa a fuoco nella visione da vicino.

Si tratta di cristallini multifocali ad alta definizione e superiori per qualità ai cristallini tradizionali. In questo modo si ripristinano le condizioni oculari più fisiologiche possibili, per cui con le nuove lenti intraoculari (lenti premium) la necessità degli occhiali da vicino è limitata solo alla lettura dei caratteri molto piccoli, come i foglietti illustrativi dei farmaci. La visione alla distanza intermedie come computer, vetrine dei negozi etc. è molto buona ed è assolutamente naturale.
LENTI INTRAOCULARI
PATOLOGIE OCULISTICHE
-  LA CATARATTA
LENTI INTRAOCULARI ASFERICHE
La cornea umana presenta una superficie anteriore prolata che induce una aberrazione sferica positiva che resta pressoché invariata nel corso della vita e che è approssimativamente di 0.27 micron. Il cristallino di un soggetto giovane presenta una lieve aberrazione sferica negativa che compensa quella corneale, ma nel corso della vita tende ad assumerne una positiva che si va a sommare a quella positiva della cornea alterando la qualità della visione. Tali cambiamenti sono dovuti a cambiamenti di struttura del cristallino.
Quando noi operiamo di cataratta un occhio che non ha avuto precedenti interventi ed impiantiamo una lente sferica aggiungiamo nuova aberrazione sferica positiva venendo a diminuire la qualità della visione. L’aberrazione sferica è la più importante di una lente e dell’occhio inteso come sistema ottico.
Numerosi studi hanno dimostrato che una lente intraoculare con una superficie asferica determina una maggiore sensibilità al contrasto rispetto all’uso di una lente sferica. Il concetto è che una lente asferica compensa le aberrazioni sferiche della cornea per creare una condizione simile a quella dell’occhio umano giovane. Questo permetterebbe di incrementare la sensibilità al contrasto e la funzione visiva e rendere la performance di un occhio di 70 anni simili a quelle di un occhio di 20.
In commercio esistono diverse lenti intraoculari che permettono di correggere poteri diversi di sfericità corneale, pertanto la loro scelta necessita di una adeguata selezione dei pazienti che prevede l’esecuzione della topografia corneale, con l’uso dei polinomi di Zernike per il calcolo dell’aberrazione, e una corretta biometria.
L’uso di queste lenti è fondamentale dopo chirurgia refrattiva, infatti una correzione della miopia con laser tende ad incrementare l’aberrazione sferica positiva della cornea, mentre un intervento laser per ipermetropia tende a far decrescere l’aberrazione sferica.
Molte lenti asferiche bloccano, inoltre, le radiazioni luminose per le lunghezze d’onda dell’ultravioletto, del viola, del blu e talvolta anche del verde; poiché queste radiazioni sono state messe in relazione allo sviluppo della degenerazione maculare senile l’uso di queste lenti è visto anche in termini di prevenzione di tale patologia.
LENTI INTRAOCULARI MULTIFOCALI
La moderna chirurgia della cataratta permette la correzione sia del difetto visivo per lontano sia della presbiopia. Diventa possibile la visione per lontano, vicino e per le medie distanze senza l’utilizzo di occhiali. Esistono due tipi principali di lenti intraoculari per la correzione della presbiopia: lenti refrattive e lenti diffrattive che hanno caratteristiche diverse per adattarsi alle variabili dei pazienti.
Lenti Refrattive
Le lenti multifocali refrattive risentono molto della dinamica pupillare, per tale motivo sono state definite “pupillo dipendenti”.
Da un punto di vista ottico sono costituite da zone, generalmente anulari, di potere rifrattivo diverso per ottenere fuochi appropriati per vicino e lontano, alcuni modelli prevedono anche zone per la distanza intermedia. L’energia luminosa dell’oggetto viene divisa in due o più fuochi principali, al fine di ottenere immagini nitide alle distanze volute. Si ottengono più immagini di uno stesso oggetto di cui una sola è a fuoco. A livello dell’occhio le immagini sfuocate vengono percepite come segnale di disturbo e soppresse, ma resteranno come fonte di riduzione del contrasto.
Da ciò derivano 2 considerazioni
1- La formazione delle due immagini comporta una riduzione della luminosità dell’oggetto, che risulta minore rispetto alle lenti diffrattive
2- Pupille strette o situazioni di decentramento pupillare rispetto all’asse visivo (angolo K) inficiano la bi-focalità non permettendo l’utilizzazione degli anelli periferici della lente con poteri refrattivi diversi.
Nuovi modelli, basati su concezioni geometriche diverse sembrano poter ridurre questi inconvenienti.
Lenti Difrattive
Sono lenti che non risentono del diametro pupillare, quindi sono “pupillo indipendenti”, ma presenta un assorbimento luminoso maggiore rispetto alle precedenti ed un minor confort per le distanze intermedie.
Sfruttano il principio della diffrazione che si verifica nei solchi stampati nel diametro della lente. Vari modelli propongono solchi ad altezza e larghezza diversi per produrre un assorbimento luminoso differente privilegiando la visione da lontano o quella da vicino. Si deve considerare che l’assorbimento luminoso è maggiore rispetto alle lenti refrattive perché un 20% della luce viene persa a causa del fenomeno dell’interferenza. Da ciò deriva una riduzione della visibilità in condizioni di scarsa illuminazione; inoltre la presenza di anelli concentrici può portare a disturbi di abbagliamento e aloni intorno alle fonti di luce soprattutto nelle ore serali e notturne. Sono comunque lenti più duttili e con maggior indicazioni per la loro scarsa dipendenza dal diametro pupillare.
Sono oggi in commercio lenti miste diffrattive/refrattive.
Le loro differenti caratteristiche impongono uno studio accurato del paziente che permette di scegliere la lente migliore per il singolo paziente. Gli esami da effettuare sono:
1- Topografia corneale
2- Aberromertria
3- Valutazione ortottica
4- Pupillometria
5- Misurazione dell’angolo K
Entrambe le lenti necessitano di astigmatismi inferiori ad 1 diottria e la correzione dell’aberrazione sferica. Sono pertanto in commercio lenti intraoculari multifocali che correggono anche l’astigmatismo e l’aberrazione sferica.
LENTI INTRAOCULARI TORICHE
Sono lenti studiate per correggere l’astigmatismo corneale e permettere l’indipendenza dagli occhiali per la visione da lontano.
Le lenti intraoculari toriche in commercio permettono di correggere l’astigmatismo corneale nel 99% dei casi. Per pazienti con elevati valori di astigmatismo esiste comunque la possibilità di lenti castomizzate indicate nei pazienti operati di trapianto di cornea e con cheratocono stabile.
I pazienti candidati all’impianto di lente torica devono essere sottoposti a visita accurata poiché il risultato dell’intervento dipende da una valutazione precisa del valore dell’astigmatismo corneale e del suo asse, è quindi importante la valutazione dei parametri corneali. Questi si devono valutare con:
1- Topografia corneale
2- Cheratometria manuale con Javal
3- Valori ottenuti con lo IOL Master
Quando, dopo questi esami, c’è una discrepanza dell’asse dell’astigmatismo superiore a 5° si deve prendere in considerazione la misurazione con Javal.
Un altro passaggio importante è rappresentato dal marcare accuratamente i punti di repere corneali in fase preoperatoria, questi rappresentano l’asse sul quale viene orientata la lente intraoculare. Una rotazione della lente entro 2 mesi dall’intervento è possibile nel 5% dei casi, studi recenti sembrano dimostrare che si verifica di più in occhi più grandi, come quelli miopi. In questi casi si deve nuovamente ruotare la lente in tempi rapidi prima che intervenga una fibrosi del sacco capsulare che la renda impossibile.
La valutazione topografica è fondamentale per il chirurgo che deve effettuare l’incisione operatoria nell’asse dell’astigmatismo più curvo. L’incisione, di per se, modifica l’astigmatismo corneale e deve essere inserita nel calcolo del valore torico della lente intraoculare. Esistono programmi computerizzati per fare questo , uno scaricabile all’indirizzo: www.acrysoftoriccalculator.com
Nella scelta di una lente ideale è preferibile prevedere una lente intraoculare torica con il potere cilindrico lievemente inferiore a quello corneale. Questo perché l’errore di sovra correzione produce perdite visive maggiori a parità di minime rotazioni, considerando che la rotazione di 5° è considerata tollerabile; e anche perché la misurazione dell’astigmatismo corneale oggettivo è in genere sovrastimata.