La secchezza oculare, o dry eye, consiste in una riduzione qualitativa e/o quantitativa del film lacrimale, con una prevalenza tra il 20% e il 40% dei soggetti oltre i 50 anni di età.
Il film lacrimale è prodotto dalle ghiandole lacrimali principali e accessorie, cellule congiuntivali, ghiandole di Meibonio, cellule congiuntivali. Oggi si considerano queste strutture una Unità Funzionale le cui componenti agiscono insieme sotto uno stretto controllo neurologico che consente una risposta integrata a fattori esterni o endogeni.

La classificazione eziopatogenetica si distingue in due principali rami di occhio secco:
1- da ridotta produzione lacrimale
2- da aumentata evaporazione lacrimale.



L’obbiettività clinica alla lampada a fessura si evidenzia con iperemia congiuntivale e menisco lacrimale ridotto; i test più importanti sono:

1- per l’elevata evaporazione il B.U.T., test di felcizzazione
2- per la ridotta produzione lo Shirmer test e il test di Jones

Al di la delle classificazioni eziologiche la dry eye, sia che sia determinata da una riduzione di produzione che da una eccessiva evaporazione (instabilità del film lacrimale), determina l’instaurarsi di un circolo vizioso che porta ad un progressivo deterioramento dell’ Unità Funzionale Lacrimale, con un interessamento finale sia della produzione che della stabilità del film lacrimale.




Terapia

La comprensione del circolo vizioso che si instaura durante la dry eye determina l’utilizzo di diversi presidi terapeutici che possono, anzi devono, essere combinati per trattare le diverse fasi della sindrome, indirizzandoci verso quei presidi che trattano la fase più attiva in quel momento:

• Elevata Evaporazione: colliri Stabilizzanti
• Ridotta Produzione: colliri Volumetrici
• Iperosmolarità: colliri Osmoprotettori
• Infiammazione Sub Acuta: colliri Antiinfiammatori, Stabilizzanti di Membrana
• Danno Cellulare : calo cellule mucipare Vitamine, Micronutrienti; alterazione glicocalice Mucomimetici, Omega3; danno epiteliale Vitamine A + E